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mercoledì, settembre 28, 2005

Do Make Say Think - "& Yet & Yet"


2002 - Constellation
"Do", "Make", "Say", "Think": sono i primi quattro verbi che ti insegnano alle elementari in Canada, in quanto sono i quattro verbi fondamentali dell'inglese. E' un mistero come, invece, in Canada, ci sia un propensione così stupefacente per certa musica, soprattutto espressa così finemente. Parte della stessa etichetta dei Godspeed You! Black Emperor, dei Silver Mt. Zion e di tanti altri, i Do Make Say Think sono miracolosamente in grado di catturare l'ascoltatore, trasportandolo all'interno di un vortice psichedelico senza fondo. Il quintetto suona un rock strumentale a metà fra un jazzista sotto acido e un compositore narcolettico. "& Yet & Yet" parte piano. Pacato. Con una chitarra arpeggiata su di un sottofondo di ride/grancassa e samples. Sempre pian piano arrivano oboe e tutto il resto. Il pezzo non esplode; carica, carica ma non esplode mai in distorsioni e piatti suonati sul bordo; resta invece soffocato...agonizzante. Questo era "Classic Noodlanding" e prima ad arrivare all'aereosissima "Anything For Now" dovremo passare attraverso i territori delicatamente lounge ed emotivamente distorti di altri cinque brani, secondo dei quali è proprio "End Of Music", che si snoda su un giro di basso e batteria sui quali entrano ed escono sintetizzatori di ogni tipo, fino al punto in cui si distorce, ma con molto garbo e parsimonia.La terza del disco, "White Light Of" si spalma su territori più orchestrali, nel senso jazz del termine.Poteva poi mancare, secondo voi, il brano "paranoia da astinenza per qualcosa"? Ovvio che no, che domande! Ed eccoci accontentati dalla delicatissima e riverberosa "Chinatown", che riporta la mente ad immagini di vita comune, suggerite dai suoni urbani catturati in sottofondo. Un pezzo dolcissimo. Meno dolce è "Reitschule" diciamo. Parte tranquillo. Chitarrine belle, giro di batteria bello giocato fra ride e rimshot...fino a quando non si cominciano a sporcare gli arpeggi e si prende a toccare la pelle del rullante, prima sporadicamente e poi dando vita ad un brevissimo crescendo che si riassorbe in un limbo, dove basso e batteria si rincorrono l'un l'altro. Ancora un crescendo...ma si riassorbe di nuovo. Due coiti interroti in una canzone sola, sti canadesi sono pazzi! Ma ecco che arriva la sberla...alla fine, come al solito. Distorsioni su distorsioni, piatti su piatti...che si placano e poi riprendono fino alla botta finale che ricalma pian piano le acque."Soul On Onward" sà proprio di club e sigarette, con tanto di vocalizzi femminili e piano forte. "Anything For Now" è una ninna nanna splendidamente concepita per lasciare l'amaro in bocca e il groppo alla gola di chi arriva fino alla fine del cd e ormai ne vorrebbe ancora.Non c'è niente da fare, questo disco è un esempio di come la musica fatta con animo e inventiva(senza badare troppo al fatto che debba essere così o colà) sappia far vivere emozioni impossibili da riprodurre diversamente.

Christian


Tracklist:
1 Classic Noodlanding
2 End Of Music
3 White Light Of
4 Chinatown
5 Reitschule
6 Soul And Onward
7 Anything For Now

Charles Spearin: basso e tromba
Justin Small: chitarra
James Payment: batteria
Ohad Benchetrit: chitarra, fiati e tastiere
Jason MacKenzie: batteria e tastiere